Il nome del quartiere deriva da
Porta San Lorenzo, l’attuale Porta Tiburtina, nei pressi della quale sorsero le
prime case, al di fuori del piano regolatore.
E’ solo nel 1909 che interviene
un nuovo piano regolatore per cercare di porre ordine nel caos cittadino ma la
costruzione del quartiere San Lorenzo è già avviata, il piano Sanjust non fa
altro che prevederne il completamento.
La struttura urbana già da allora
si presenta nell’attuale forma di quadrilatero allungato che vede come limiti
le mura labicane, lo scalo merci, il cimitero del Verano e la Via Tiburtina; la
configurazione del quartiere e la sua posizione al di fuori delle mura
cittadine contribuiscono a isolarlo dal
tessuto urbano, facendone un vero e proprio paese all’interno della città.
All’isolamento urbanistico si
accompagna quello sociale: la spiccata caratterizzazione sociale dei suoi abitanti
è indotta in primo luogo dalla conformazione economica e professionale del
quartiere; il fatto che qui si trovino lo scalo merci ferroviario, i serbatoi
idrici dei principali acquedotti, il deposito della nettezza urbana, il
deposito dei tram e le officine per la costruzione dei mezzi tranviari, la
stazione ferroviaria centrale, il cimitero del verano ed i cantieri aperti
tutt’intorno della città in espansione, fa sì che trovino alloggio nel
quartiere soprattutto manovali, muratori, ferroviari, tranvieri, netturbini ed
artigiani, e tra questi soprattutto quelli legati alle attività cimiteriali.
Sempre nei primissimi anni del
secolo sorgono due fabbriche di modeste dimensioni, la paszko-wsky (poi
divenuta birra Wurer) nel 1902 ed il mulino e pastificio Cerere nel 1905 che
occupano una numerosa schiera di operai.
E’ così che il quartiere si avvia
a divenire un compatto nucleo operaio che riassume in sé tutte le possibili
occupazioni della Roma proletaria.
Accanto a questo nucleo operaio,
specie nei primi anni di forte immigrazione, si forma una componente di
sbandati, occupati o sottoccupati che sopravvivono ricorrendo ad espedienti e
metodi al di fuori della legalità.
Quanto alla provenienza della
variegata popolazione del quartiere si riscontra una forte immigrazione
dall’Abruzzo (15%), dalle Marche (12%), dall’Umbria e dalla Romagna (9%), dalla
Campania (7%), e dalla Toscana (4%); in pratica è rappresentata tutta l’Italia
centrale.
Vi presentiamo alcune descrizioni
del quartiere da parte dei contemporanei:
- Ing. Talamo
“Per chi non lo sappia è questo
il quartiere più povero, più malfamato della capitale: sorto tra l’84 e l’88
all’epoca della febbre edilizia, esso riassume in sé prima tutti gli errori che
la incoscienza di quell’infausto periodo seppe creare, poi tutte le disastrose
conseguenze economiche, igieniche e morali che a quello dovevano
inevitabilmente seguire. (…) In quelle case malamente costruite, la crescente,
tormentosa carestia degli alloggi spingeva sempre di
più l’ingorda speculazione
del
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