Maurizio Rota è sempre pronto a vibrare e
a far vibrare con modulazioni sensuali,
con virtuosismi discreti e interpretazioni da
vera star. Cover di Hendrix, dei Beatles, musica
estemporanea, e poi pezzi suoi. Suadente, dissacrante,
commovente. Di fronte a un uomo
che scrive una canzone per una triste sconosciuta
incontrata in tram, in una notte di pioggia
e si emoziona nel cantarla, il rispetto è
doveroso. «E’ successo qualche anno fa, alla
stazione Termini. Alle quattro di mattina. E’
salita sul 14 una ragazza completamente
bagnata, dalla testa ai piedi, aveva gli occhi
gonfi di pianto. Ho parlato un po’ con lei,
della sua disgraziata vicenda e quando ci
siamo salutati ho pensato che se mi fosse stato
concesso di vivere un’altra vita sarei rinato per
lei». Quella notte è nata una canzone, si chiama
Per te rinascerei, ed è bellissima. Maurizio
ama raccontare storie e raccontarsi con la propria
voce. Preferisce farlo nella penombra di
piccoli locali, fumosi fino a qualche tempo fa.
Chi è seduto di fronte a quel corpo vibrante di
energia e passione non può distrarsene. C’è
silenzio attorno al palco. Questa la magia che
solo il vero artista può ottenere. Il pubblico
che lo segue è fatto di giovani, spesso amici,
con i quali esce nel quartiere dove vive e che
ama: S Lorenzo. «Mi chiedono consigli, come
cantare, cosa ascoltare. Mi piace confrontarmi
con la nuova generazione.» Già, perché lui
appartiene alla generazione di chi ha ascoltato
i primi vagiti del vero rock. «Dagli anni ’80
la musica non mi ha dato quello mi aspettavo.
Mi sono rifugiato nel jazz per resistere.» Uno
dei compiti dell’artista è educare i ragazzi
all’ascolto della buona musica e Maurizio è un
maestro in questo. S Lorenzo è la rumorosa e
affollata aula in cui diffonde il suo pentagramma
di idee e suggestioni. «E’ il quartiere
su misura per me. E’ bello, pieno di vita, di giovani,
a qualunque ora esci di casa incontri sempre
volti amici con cui chiacchierare. E’ diversa
dagli altri quartieri di Roma.» «Dai Parioli?»
gli chiediamo. «Non
conosco i Parioli!»
risponde ironicamente
lui. «Una cosa o è
buona o non lo è!»
Maurizio vorrebbe salire di
qualche gradino, non lo nasconde, ma finora non
ha mai potuto rinunciare a cantare e dire ciò
in cui crede e questo atteggiamento nell’attuale
società, si sà, non è visto di buon occhio.
E allora niente compromessi. Ci vuole l’anima
per cantare. «Se non ti metti in gioco, a cuore
aperto, con sincerità, non comunichi nulla a
chi ti ascolta.». |