Malika, 9-12-05
Il secondo mese è volato! Abbiamo preso pieno possesso
della nuova casa, líabbiamo adattata alle nostre esigenze
trasformandola in una casa molto animata. Fino alle 17
resta calma ma poi quando i bambini ritornano da scuola si rianima. Il vociare Ë un sottofondo
che mette allegria. Parlano di continuo raccontano di tutto: della maestra, dei
sogni che hanno fatto, del passato....dopo cena ci mettiamo tutti in salone e ascoltando la
radio ci scateniamo in balli sfrenati per jambè, usiamo le vettovaglie della cucina ed ogni
sera si fa una piccola festa. Da questo mese non abbiamo più l’elettricità,
illuminiamo gli ambienti con le lampade a petrolio, sembra di
essere tornati indietro nel tempo. Il cortile è illuminato solo dalla
luce lunare. Durante il week-end la nostra vicina, una ex ballerina, si
è offerta di fare un corso di danza africana. Durante questo mese mi
sono recata più volte a Dakar, il traffico è veramente indescrivibile
per questo motivo si parte da Malika alle 4.30 di mattina.
Naturalmente è ancora buio ma quando piano piano il sole sorge si vede tutta la la povertà
che l’oscurità della notte nasconde come per vergogna. Ai lati della strada si vedono gruppi
di bambini accovacciati, sdraiati su pezzi di cartone e pezze di stoffa. Il primo istinto è
quello di avvicinarti di dargli dei soldi ma poi ti rendi conto che ciò non risolve nulla. Allora
pensi: me li porto con me, ma quando ti avvicini loro scappano, hanno paura. Allora ti senti
impotente e quando arrivi in città con le sue belle vetrine, con le donne tutte agghindate
hai voglia di gridare e di dire: “Ma avete visto dove dormono i nostri figli?”. Nel pomeriggio
ritorno a casa e ritrovo i bimbi. Quando li guardo impegnarsi nello studio o nelle diverse
attività la domanda che mi martella la testa è perchè solo loro? Tutti i bambini hanno
diritto di avere un futuro.
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