Sganciano
contemporaneamente “Arkansas’ Travellers”, “Pretty Boy”, “Dark Lady”, “Winnie
Oh Oh”, “Geronimo II” e gli altri B-17 della prima formazione. Sono esattamente
le 11, un minuto e cinquanta secondi. Bombe da 500 libbre, 250 chili.
Il primo stick di otto bombe
tocca terra alle 11.03, dopo un minuto e 10 secondi dal lancio: è quello mirato
da Owen Gibson, il puntatore della “Lucky Lady”. Centra in pieno i binari, due
vagoni e un capannone dello scalo merci San Lorenzo.
Una parte degli ultimi stick
sganciati investe in progressione il Viale dello scalo San Lorenzo e il viale
del Verano che ne costituisce il proseguimento, le due strade che costeggiano
sulla destra l’area ferroviaria. Quella prima raffica tocca anche largo Talamo,
via dei Liguri, via degli Enotri, via dei Piceni. Almeno otto palazzi sono
centrati, su queste strade; un altro è colpito all’inizio di via Porta
Labicana.
Arrivano altre formazioni, quelle
che seguono il flight leader. Arrivano gli Squadron del 319° e del 54°, i B-17.
I bombardieri hanno l’ordine di
lanciare mirando strettamente alle nubi di polvere, al fumo e agli incendi
provocati dal primo passaggio, quello della formazione del flight leader, ma la
zona coperta da polveri e fumi s’allarga sempre di più, ad ogni ondata, e
inevitabilmente i grappoli di bombe finiscono fino a tre, quattro, cinquecento
metri di distanza dallo scalo. Viene investito in pieno il quartiere San
Lorenzo, vengono centrati il piazzale del Verano e l’adiacente piazzale San
Lorenzo.
Le maggiori devastazioni sono
concentrate nel triangolo formato dal piazzale Sisto V, piazzale San Lorenzo,
piazza Porta Maggiore.
Il primo, sommario rapporto sui
danni è quello dei vigili del fuoco inviato il giorno successivo al Ministero
dell’Interno. Si parla di zone sconvolte dalle bombe, traffico impossibile,
linee postelegrafoniche interrotte, stabiliti completamente rasi al suolo,
depositi incendiati ancora in fiamme, zone spezzonate e mitragliate, strade
interrotte da macerie, cavi elettrici, rotaie divelte e crateri delle bombe,
tubazioni idriche interrotte.
L’unica breve relazione ufficiale
italiana sul bombardamento parla di 3.000 bombe sganciate, tra quelle di
grosso, medio e piccolo calibro, di oltre 2.000 morti e 2.000 feriti.
In realtà si è accertato successivamente che i morti non furono meno di
3.000 in quel bombardamento ed i feriti tra gli 11.000 e i 12.000.
|