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Le Poste di Piazza Bologna

Brevi cenni storici

 

 

L'attività progettuale di Ridolfi negli anni '30 è molto intensa ed egli partecipa con alterna fortuna a molti dei concorsi del periodo.

Tra questi nel 1932 quelli che rientrano nel quadro della costruzione di Roma fascista.

Ridolfi  con un progetto che sarà non poco trasformato quando si passerà alla fase  esecutiva, risulta vincitore della gara per il palazzo postale del quartiere Nomentano.

L'opera così come è stata realizzata, col suo carattere unitario,  dall'andamento sinuoso, rappresenta  senza  dubbio   uno   dei   lavori   più

 

 

interessanti  portati a termine dall'architetto in questi anni.

Questa appare una delle opere più significative dell'architettura "Moderna" italiana.

Fin dal principio il moderno di Ridolfi è profondamente separato dal  razionalismo contemporaneo; implicando quel principio organico di distorsione dello schema formale astratto, che è caratteristica saliente dei suoi progetti migliori.

Per il momento l'architettura "Razionale" costituisce infatti per Ridolfi solo una apertura linguistica, un andamento della gamma espressiva dello spazio architettonico.

Urbanisticamente il palazzo delle poste rispecchia le decisioni del regime fascista in funzione dello sviluppo dell'Urbe, che vuole una visione di molteplici centri; esso quindi si inquadra nel piano Mussoliniano della "Roma Moderna".

Il decentramento dei servizi tra cui i quattro uffici postali previsti (viale Mazzini, via Taranto, via Marmorata, piazza Bologna) è un aspetto collegato al processo di espansione a macchia d'olio della città.



 

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