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Piazza Bologna Chiude: Se stessa e le vie limitrofe

Sta per partire il progeto di pedonalizzazione voluto dall'amministrazione del 3° Municipio

 

 

Proprio non vorremmo essere nei panni di chi abita nelle vie limitrofe a piazza Bologna. La ragione è una sola: sembra che tra poco partirà la realizzazione di un progetto fortemente voluto dalla giunta del nostro municipio che prevede il blocco alle auto di metà della piazza.

Non c'è romano che non conosca l'importanza di questo snodo ai fini dello scorrimento del traffico automobilistico nella zona e, al contempo, il livello costantemente prossimo alla saturazione dello stesso. Ebbene, logica e buon senso suggeriscono che se un passaggio - qualunque sia la sua natura - è costantemente intasato, l'unica soluzione è quella di allargarlo: così si è fatto per il GRA, così si sta facendo sull'A1 (nel tratto da Bologna a Milano è addirittura in corso di realizzazione la quarta corsia), così si fa ovunque. Tranne che a Roma, a piazza Bologna appunto, che ci si accinge a pedonalizzare per metà, precisamente la parte compresa tra viale XXI aprile e via Ravenna, quella situata di fronte al palazzo delle Poste.

L'autore del progetto, l'ex assessore all'urbanistica Cecchini, ha giurato che il luogo in questione non si trasformerà in un tappo. Brutto segno, decisamente brutto, perché se tale pericolo non ci fosse non ci sarebbe stata alcuna necessità di questa dichiarazione. Insomma, chi progetta un ponte non si mette a dare pubbliche assicurazioni che non crollerà, così come il comandante di un aereo di linea non dichiara ai passeggeri che il velivolo non cadrà durante il volo. A meno che il pericolo di crollo o di schianto non siano reali…

E perché non dovrebbe crearsi il temuto tappo? Semplice, perché (sempre a detta di Cecchini) il traffico verrà deviato lungo via Monaci, una stradina stretta, ma veramente stretta, posizionata dietro l'edificio postale. Anche a tacere  del  gravissimo    disagio    cui    dovranno

 

 

sottostare gli abitanti di quest'ultima via, in termini di inquinamento ambientale e acustico e di difficoltà logistica per parcheggiare, non ci pare francamente che questo "sfogo" sia in grado di compensare la chiusura di metà della piazza.

E la conferma che questa sia l'amara realtà ci viene direttamente dal Presidente del III Municipio, il quale ha dichiarato senza mezzi termini di puntare "a una sempre maggiore riduzione del traffico privato". Che significa ciò? A noi pare di capire questo: piazza Bologna non solo diverrà un tappo, ma addirittura un tappo tale da costringere i cittadini a rinunciare all'uso dell'automobile.

Lodevole l'intento, certamente, ma a dir poco discutibili i mezzi…

E le reazioni della gente sono tutt'altro che positive: si veda per tutte la lettera che abbiamo ricevuto proprio da un abitante di via Monaci e che abbiamo pubblicato nelle pagine interne. Non resta che sperare che, come esplicitamente richiesto da un ordine del giorno votato dalla maggioranza che governa il Municipio, si proceda a una seria consultazione dei cittadini e si tenga conto delle loro più che probabili rimostranze nei confronti del progetto in questione.

Ma, a fronte delle paventate conseguenze negative, quali dovrebbero essere i vantaggi derivanti dall'attuazione dell'opera in questione? Sempre a detta del Presidente del Municipio l'obiettivo è quello di far ridivenire piazza Bologna un luogo di socializzazione, grazie alla realizzazione di un mini parco giochi e di una postazione dei vigili urbani nel luogo pedonalizzato.

A prescindere dalla considerazione che proprio non si capisce che ruolo possa interpretare una postazione della polizia municipale nel novello luogo di socializzazione, occorre ricordare che comunque l'altra  metà della piazza resterà aperta al traffico e, quindi, a un più che probabile imbottigliamento permanente. Il che, almeno a nostro avviso, non costituisce proprio un luogo ideale per installare un parco giochi per bambini.

Salvo imprevisti, i lavori dovrebbero cominciare a già gennaio e terminare a giugno, mese in cui è prevista altresì l'inaugurazione dell'opera; probabilmente nel bel mezzo di un assordante concerto di clacson.



 

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