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Villa Blanc: Apriamo subito il parco

Si stanno concludendo le trattative tra la LUISS ed il Comune

 

 

Fatta edificare dal barone Alberto Blanc (quando ricopriva la carica di ministro degli esteri) nel 1897 su un terreno che in precedenza apparteneva alla famiglia Lezani, Villa Blanc costituisce un esempio di puro eclettismo, grazie alla fusione tra diversi stili, quale il liberty, che in quegli anni stava per diffondersi in tutto il mondo, ed altre correnti architettoniche assai più risalenti, addirittura di tipo medievale o rinascimentale.

L'edificio principale - denominato "Casino nobile" e fatto  arricchire  dal  figlio   del

 

 

barone da altre quattro piccole costruzioni - è circondato da un vastissimo parco popolato da una rigogliosa vegetazione mediterranea quali lecci, pini e allori, con esemplari esotici quali cedri e banani e possiede l'ingresso principale al civico 216 di via Nomentana. Da qui si estende nell'area compresa tra via Giuseppe Vasi, via Bartolomeo Marliano, piazza Giovanni Winckelmann, via Ridolfino Venuti e via Onofrio Panvinio.

La pregevolezza del complesso ha fatto sì che nei primi anni '70 la Repubblica Federale Tedesca tentasse addirittura di acquistarlo per collocarvi la sede della propria ambasciata, cosa che non avvenne anche perché già sottoposto a vincolo per il valore storico-artistico, e a partire dal 1976 è divenuto parco aperto al pubblico. Purtroppo non per molto.

Acquistato nel 1966 (per soli 6 miliardi e mezzo di lire!) dalla LUISS (Libera Università Internazionale di Studi Sociali) che voleva ivi collocare la Facoltà di economia, il complesso versa ora in una situazione di incomprensibile inutilizzo, che ha determinato la chiusura al pubblico di ettari ed ettari di verde.

Ma fortunatamente tale stato di cose appare destinato a mutare, anche grazie al costante ed assiduo impegno di alcuni cittadini che nel 2001 hanno dato vita ad un comitato con lo scopo di salvaguardare, valorizzare e recuperare al pubblico lo splendido complesso. In questo contesto il comitato ha raccolto migliaia di firme per richiamare le istituzioni competenti alle loro responsabilità e per opporsi con fermezza alla destinazione dell'edificio a facoltà universitaria, tanto che nel nuovo piano regolatore del 2002 l'intera area della Villa è stata confermata come vincolata a verde pubblico.

E le sorti della battaglia sembrano finalmente volgere al meglio: l'amministrazione comunale ha chiesto alla LUISS di acquistare il complesso e le trattative dovrebbero concludersi felicemente a breve.

Ma quel che non lascia del tutto tranquilli è la paventata destinazione della Villa a "Casa della Pace": per carità, chi scrive non ha nulla contro un'iniziativa volta a scopi storico-cuturali, ma non pare che il complesso (o una parte di esso) di Villa Blanc possa rappresentare la sede ideale per la realizzazione di un simile progetto.

Quello di cui v'è a nostro parere bisogno è un intervento di restauro su tutti gli edifici appartenenti al complesso, che successivamente potranno divenire oggetto di (attenta) fruizione da parte dei cittadini o dei turisti interessati. Per quel che riguarda invece il parco, non possiamo che unirci alla richiesta già fatta dal comitato di un'apertura straordinaria al pubblico a partire già da questa primavera.

Sono tanti, troppi, gli spazi di verde che per motivi vari vengono sottratti ai romani. Villa Poniatowsky è un altro esempio negativo.

Auspichiamo che il complesso di Villa Blanc possa inaugurare, nella nostra città, una stagione di recupero alla collettività di molti luoghi unici per il loro valore storico, artistico e ambientale.



 

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