barone da altre quattro piccole costruzioni -
è circondato da un vastissimo parco popolato da una rigogliosa vegetazione
mediterranea quali lecci, pini e allori, con esemplari esotici quali cedri e
banani e possiede l'ingresso principale al civico 216 di via Nomentana. Da qui
si estende nell'area compresa tra via Giuseppe Vasi, via Bartolomeo Marliano,
piazza Giovanni Winckelmann, via Ridolfino Venuti e via Onofrio Panvinio.
La pregevolezza del complesso ha fatto sì che nei primi anni
'70 la Repubblica Federale Tedesca tentasse addirittura di acquistarlo per
collocarvi la sede della propria ambasciata, cosa che non avvenne anche perché
già sottoposto a vincolo per il valore storico-artistico, e a partire dal 1976
è divenuto parco aperto al pubblico. Purtroppo non per molto.
Acquistato nel 1966 (per soli 6 miliardi e mezzo di lire!)
dalla LUISS (Libera Università Internazionale di Studi Sociali) che voleva ivi
collocare la Facoltà di economia, il complesso versa ora in una situazione di
incomprensibile inutilizzo, che ha determinato la chiusura al pubblico di
ettari ed ettari di verde.
Ma fortunatamente tale stato di cose appare destinato a
mutare, anche grazie al costante ed assiduo impegno di alcuni cittadini che nel
2001 hanno dato vita ad un comitato con lo scopo di salvaguardare, valorizzare
e recuperare al pubblico lo splendido complesso. In questo contesto il comitato
ha raccolto migliaia di firme per richiamare le istituzioni competenti alle
loro responsabilità e per opporsi con fermezza alla destinazione dell'edificio
a facoltà universitaria, tanto che nel nuovo piano regolatore del 2002 l'intera
area della Villa è stata confermata come vincolata a verde pubblico.
E le sorti della battaglia sembrano finalmente volgere al
meglio: l'amministrazione comunale ha chiesto alla LUISS di acquistare il
complesso e le trattative dovrebbero concludersi felicemente a breve.
Ma quel che non lascia del tutto tranquilli è la paventata
destinazione della Villa a "Casa della Pace": per carità, chi scrive
non ha nulla contro un'iniziativa volta a scopi storico-cuturali, ma non pare
che il complesso (o una parte di esso) di Villa Blanc possa rappresentare la
sede ideale per la realizzazione di un simile progetto.
Quello di cui v'è a nostro parere bisogno è un intervento di
restauro su tutti gli edifici appartenenti al complesso, che successivamente
potranno divenire oggetto di (attenta) fruizione da parte dei cittadini o dei
turisti interessati. Per quel che riguarda invece il parco, non possiamo che
unirci alla richiesta già fatta dal comitato di un'apertura straordinaria al
pubblico a partire già da questa primavera.
Sono tanti, troppi, gli spazi di verde che per motivi vari
vengono sottratti ai romani. Villa Poniatowsky è un altro esempio negativo.
Auspichiamo che il complesso di Villa Blanc possa
inaugurare, nella nostra città, una stagione di recupero alla collettività di
molti luoghi unici per il loro valore storico, artistico e ambientale.
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