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Niente denaro per liberarsi della Tangenziale

La finanziaria 2004 fa piazza pulita dei fondi per Roma Capitale

 

 

I sogni di riqualificazione territoriale del quartiere Pigneto sono stati interrotti da una brutta notizia: la Sopraelevata rimarrà lì dov'è per molto tempo ancora.

Il colpo di grazia alle speranze di molti cittadini arriva dalla Finanziaria 2004 varata dal Governo. Il Comune ne dà notizia in questi giorni. I tagli a Roma Capitale si ripercuoteranno pesantemente sui progetti futuri. Il Campidoglio si impegna a trovare altri fondi per le azioni già incominciate, per i servizi fondamentali tipo asili nido.

 

 

Tra le azioni future, e cancellate, ci sarà sicuramente anche il tanto atteso abbattimento della Tangenziale. I costi infatti sono altissimi, anche perché ci sarebbe di mezzo il contrastato snodo viario in zona San Lorenzo, necessario per decongestionare dal traffico la via Prenestina una volta abbattuta la Sopraelevata. Non si deve quindi aspettare la conferma ufficiale perché, semplicemente, non ci saranno i soldi per incominciare i lavori.

La notizia non si è ancora diffusa tra la gente del quartiere, ma qualcuno se lo è voluto immaginare. "Sono solo promesse", dicono spesso qui, parlando delle promesse di riqualificazione fatte anche di recente dal sindaco di Roma, in occasione dell'apertura delle librerie finanziate con la legge 266. Come a dire che nessuno davvero ci ha mai creduto, tranne forse le reti sociali (centri sociali, comitati di quartiere, associazioni) che la scorsa estate hanno dato vita alla iniziativa sintetizzabile dal motto "Sopra e leviamola!".

Il Comune concesse allora di chiudere lo stradone e molti cittadini poterono passeggiare assieme, con vista sui tetti delle case e dei capannoni Atac, e musica dal vivo di sottofondo. Anche nel brutto c'è spesso del bello, tanto che in quell'occasione a più di qualcuno sarà venuto in mente - per un istante - che avrebbe preferito non far abbattere la Tangenziale, bensì farla chiudere regolarmente (ogni domenica?) per il piacere di camminarci sopra.

Quella soluzione, allora solo intuita, rimane oggi probabilmente l'unica idea per sperare ancora in una qualche reale utilità del "Mostro" alle necessità sociali e di godimento del luogo in cui si vive, e non come l'ennesimo monumento alla soffocante civiltà dell'automobile.



 

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